La lettura del giorno
Lettura del 30/1
Da LaParola
Genesi 38
Giuda e Tamar
1Cr 2:3; De 25:5-10
1 In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e andò a stare da un uomo di Adullam, di nome Chira. 2 Là Giuda vide la figlia di un Cananeo di nome Sua; se la prese e si unì a lei. 3 Ella concepì e partorì un figlio, che egli chiamò Er. 4 Poi ella concepì di nuovo e partorì un figlio, che chiamò Onan. 5 Partorì ancora un figlio e lo chiamò Sela. Giuda era a Chezib, quando ella lo partorì.
6 Giuda prese per Er, suo primogenito, una moglie che si chiamava Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, era perverso agli occhi del SIGNORE; e il SIGNORE lo fece morire. 8 Allora Giuda disse a Onan: «Va' dalla moglie di tuo fratello, prenditela in moglie come cognato e suscita una discendenza a tuo fratello». 9 Onan, sapendo che quei discendenti non sarebbero stati suoi, quando si accostava alla moglie di suo fratello, faceva in modo d'impedire il concepimento, per non dare discendenti al fratello. 10 Ciò che egli faceva dispiacque al SIGNORE, il quale fece morire anche lui. 11 Allora Giuda disse a Tamar sua nuora: «Rimani vedova in casa di tuo padre, finché Sela, mio figlio, sia cresciuto». Perché diceva: «Badiamo che anche egli non muoia come i suoi fratelli». E Tamar se ne andò e abitò in casa di suo padre.
1Cr 2:4-15; Ru 4
12 Passarono molti giorni e la figlia di Sua, moglie di Giuda, morì; e, dopo che Giuda si fu consolato, salì da quelli che tosavano le sue pecore a Timna: c'era con lui il suo amico Chira, l'Adullamita. 13 Tamar ne fu informata. Le dissero: «Ecco, tuo suocero sale a Timna a tosare le sue pecore». 14 Allora ella si tolse le vesti da vedova, si coprì d'un velo, se ne avvolse tutta e si mise seduta alla porta di Enaim che è sulla via di Timna; infatti, aveva visto che Sela era cresciuto, e tuttavia lei non gli era stata data in moglie.
15 Come Giuda la vide, la prese per una prostituta, perché ella aveva il viso coperto. 16 Avvicinatosi a lei sulla via, le disse: «Lasciami venire da te!» Infatti non sapeva che quella fosse sua nuora. Lei rispose: «Che mi darai per venire da me?» 17 Egli le disse: «Ti manderò un capretto del mio gregge». E lei: «Mi darai un pegno finché tu me lo abbia mandato?» 18 Ed egli: «Che pegno ti darò?» L'altra rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Egli glieli diede, andò da lei ed ella rimase incinta di lui. 19 Allora Tamar si alzò e se ne andò; si tolse il velo e si rimise le vesti da vedova.
20 Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico, l'Adullamita, al fine di ritirare il pegno dalle mani di quella donna, ma egli non la trovò. 21 Interrogò la gente del luogo, dicendo: «Dov'è quella prostituta che stava a Enaim, sulla via?» Quelli risposero: «Qui non c'è stata nessuna prostituta». 22 Egli se ne tornò da Giuda e gli disse: «Non l'ho trovata e, per di più, la gente del luogo mi ha detto: "Qui non c'è stata nessuna prostituta"». 23 Giuda disse: «Si tenga pure il pegno, e non esponiamoci agli scherni! Ecco, io ho mandato questo capretto e tu non l'hai trovata».
24 Circa tre mesi dopo, vennero a dire a Giuda: «Tamar, tua nuora, si è prostituita e, per di più, eccola incinta in seguito alla sua prostituzione». Giuda disse: «Portatela fuori e sia bruciata!» 25 Mentre la portavano fuori, mandò a dire al suo suocero: «Sono incinta dell'uomo al quale appartengono queste cose». E disse: «Riconosci, ti prego, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone». 26 Giuda li riconobbe e disse: «È più giusta di me, perché non l'ho data a mio figlio Sela». Ed egli non ebbe più relazioni con lei.
27 Quando venne il tempo in cui doveva partorire, ecco che Tamar aveva in grembo due gemelli. 28 Mentre partoriva, l'uno di essi mise fuori una mano e la levatrice la prese e vi legò un filo scarlatto, dicendo: «Questo qui esce per primo». 29 Ma egli ritirò la mano, ed uscì suo fratello. Allora la levatrice disse: «Perché ti sei fatta questa breccia?» Per questo motivo gli fu messo nome Perez. 30 Poi uscì suo fratello, che aveva alla mano il filo scarlatto; e fu chiamato Zerac.
Giobbe 22
Elifaz accusa Giobbe e lo invita a ravvedersi
(Gb 4:7-11; 32:3)(Gb 29:11-17; 31:13-23)
1 Allora Elifaz di Teman rispose e disse:
2 «Può l'uomo recare qualche vantaggio a Dio?
No; il savio non reca vantaggio che a se stesso.
3 Se sei giusto, ne viene forse qualche vantaggio all'Onnipotente?
Se sei integro nella tua condotta,
ne trae egli un guadagno?
4 È forse per la paura che ha di te che egli ti castiga
o viene con te in giudizio?
5 La tua malvagità non è forse grande,
e le tue iniquità non sono infinite?
6 Tu, per un nulla, prendevi pegno dai tuoi fratelli,
spogliavi delle loro vesti gli ignudi.
7 Allo stanco non davi da bere l'acqua,
all'affamato rifiutavi il pane.
8 La terra apparteneva al più forte,
l'uomo influente vi piantava la sua casa.
9 Rimandavi a vuoto le vedove,
le braccia degli orfani erano spezzate.
10 Ecco perché sei circondato di lacci,
spaventato da improvvisi terrori.
11 O non vedi le tenebre che ti avvolgono,
la piena d'acque che ti sommerge?
Ge 6:1-13; 7:10, ecc.
12 Dio non è forse lassù nei cieli?
Guarda lassù le stelle eccelse, come stanno in alto!
13 E tu dici: "Dio che sa?
Può egli giudicare attraverso il buio?
14 Fitte nubi lo coprono e nulla vede;
egli passeggia sulla vòlta dei cieli".
15 Vuoi dunque seguir l'antica via
per cui camminarono gli uomini malvagi,
16 che furono portati via prima del tempo,
e il cui fondamento fu come un torrente che scorre?
17 Essi dicevano a Dio: "Allontànati da noi!
Che ci può fare l'Onnipotente?"
18 Eppure Dio aveva riempito le loro case di beni!
Ah, lungi da me il consiglio degli empi!
19 I giusti, vedendo la loro rovina,
ne gioiscono,
e l'innocente si fa beffe di loro:
20 "Vedete se non sono distrutti gli avversari nostri!
La loro abbondanza l'ha divorata il fuoco!"
Gb 8:5-7; 11:13-19
21 Riconcìliati dunque con Dio; avrai pace,
ti sarà resa la prosperità.
22 Ricevi istruzioni dalla sua bocca,
riponi le sue parole nel tuo cuore.
23 Se torni all'Onnipotente,
se allontani l'iniquità dalle tue tende,
sarai ristabilito.
24 Getta l'oro nella polvere,
l'oro di Ofir tra i ciottoli del fiume,
25 e l'Onnipotente sarà il tuo oro,
egli ti sarà come l'argento acquistato con fatica.
26 Allora l'Onnipotente sarà la tua delizia,
e alzerai la faccia verso Dio.
27 Lo pregherai, egli ti esaudirà,
e tu scioglierai i voti che avrai fatti.
28 Quello che intraprenderai,
ti riuscirà;
sul tuo cammino risplenderà la luce.
29 Se viene l'umiliazione, tu pregherai per essere rialzato:
Dio soccorre chi ha gli occhi a terra;
30 libererà anche chi non è innocente,
egli sarà salvo per la purezza delle tue mani».
Isaia 22:15-25
Sl 75:4-8; Da 4:37
15 Così parla il SIGNORE, Dio degli eserciti:
«Va' a trovare questo cortigiano,
Sebna, prefetto del palazzo, e digli:
16 "Che hai tu qui, e chi hai tu qui,
che ti sei fatto scavare qui un sepolcro?
Scavarsi un sepolcro in alto!...
Lavorarsi una dimora nella roccia!...
17 Ecco, il SIGNORE ti lancerà via con braccio vigoroso,
farà di te un gomitolo,
18 ti farà rotolare, rotolare, come una palla
sopra una spaziosa pianura.
Laggiù morirai, laggiù saranno i tuoi carri superbi,
o vergogna della casa del tuo Signore!
19 Io ti scaccerò dal tuo ufficio
e tu sarai buttato giù dal tuo posto!
20 In quel giorno,
io chiamerò il mio servo Eliachim, figlio di Chilchia;
21 lo vestirò della tua tunica, gli allaccerò la tua cintura,
rimetterò la tua autorità nelle sue mani;
egli sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per la casa di Giuda.
22 Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide;
egli aprirà, e nessuno chiuderà;
egli chiuderà, e nessuno aprirà.
23 Lo pianterò come un chiodo in un luogo solido;
egli diverrà un trono di gloria per la casa di suo padre.
24 A lui sarà sospesa tutta la gloria della casa di suo padre,
i suoi rampolli nobili e ignobili,
tutti i vasi più piccoli,
dalle coppe alle bottiglie"».
25 «In quel giorno» dice il SIGNORE degli eserciti,
«il chiodo piantato in luogo solido sarà tolto,
sarà strappato, cadrà;
tutto ciò che vi era appeso sarà distrutto»,
poiché il SIGNORE l'ha detto.
Matteo 19:1-15
Il ripudio e il celibato
=Mr 10:1-12 (De 24:1-4; Mt 5:31-32; 1Co 7; cfr. Ro 7:1-3)
1 Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, partì dalla Galilea e se ne andò nei territori della Giudea che sono oltre il Giordano. 2 Una grande folla lo seguì, e là Gesù guarì i loro malati.
3 Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito mandar via la propria moglie per un motivo qualsiasi?» 4 Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: 5 "Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne"? 6 Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi». 7 Essi gli dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?» 8 Gesù disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era così. 9 Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio».
10 I discepoli gli dissero: «Se tale è la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene prender moglie». 11 Ma egli rispose loro: «Non tutti sono capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è dato. 12 Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Gesù benedice i bambini
=(Mr 10:13-16; Lu 18:15-17)
13 Allora gli furono presentati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. 14 Ma Gesù disse: «Lasciate i bambini, non impedite che vengano da me, perché il regno dei cieli è per chi assomiglia a loro». 15 E, imposte loro le mani, se ne andò via di là.
Lettura del 14/1
Da LaParola
Genesi 20-21
Abraamo a Gherar
(Ge 12:10-20; 26:1-11) Sl 105:12-15
20:1 Abraamo partì di là andando verso la regione meridionale, si stabilì fra Cades e Sur; poi abitò come straniero in Gherar. 2 Abraamo diceva di sua moglie Sara: «È mia sorella». E Abimelec, re di Gherar, mandò a prendere Sara. 3 Ma Dio venne di notte, in un sogno, ad Abimelec e gli disse: «Ecco, tu sei morto, a causa della donna che ti sei presa; perché è sposata». 4 Or Abimelec, che non si era ancora accostato a lei, rispose: «Signore, faresti perire una nazione, anche se giusta? 5 Egli non mi ha forse detto: "È mia sorella?" Anche lei ha detto: "Egli è mio fratello". Io ho fatto questo nella integrità del mio cuore e con mani innocenti». 6 Dio gli disse nel sogno: «Anch'io so che tu hai fatto questo nella integrità del tuo cuore: ti ho quindi preservato dal peccare contro di me; perciò non ti ho permesso di toccarla. 7 Ora, restituisci la moglie a quest'uomo, perché è profeta, ed egli pregherà per te, e tu vivrai. Ma, se non la restituisci, sappi che sicuramente morirai, tu e tutti i tuoi».
8 Abimelec si alzò di mattina presto, chiamò tutti i suoi servi e raccontò in loro presenza tutte queste cose. E quegli uomini furono presi da grande paura. 9 Poi Abimelec chiamò Abraamo e gli disse: «Che ci hai fatto? In che cosa ti ho offeso, ché tu abbia attirato su di me e sul mio regno questo grande peccato? Tu mi hai fatto cose che non si debbono fare». 10 Di nuovo Abimelec disse ad Abraamo: «A che miravi facendo questo?» 11 Abraamo rispose: «L'ho fatto, perché dicevo tra me: "Certo, in questo luogo non c'è timor di Dio e mi uccideranno a causa di mia moglie". 12 Inoltre, è veramente mia sorella, figlia di mio padre, ma non figlia di mia madre, ed è diventata mia moglie. 13 Or quando Dio mi fece emigrare lontano dalla casa di mio padre, io le dissi: "Questo è il favore che tu mi farai; dovunque giungeremo dirai di me: 'È mio fratello'"».
14 Abimelec prese delle pecore, dei buoi, dei servi e delle serve, e li diede ad Abraamo, e gli restituì Sara, sua moglie. 15 Abimelec disse: «Ecco, il mio paese ti sta davanti; va' a stabilirti dove ti piacerà». 16 E a Sara disse: «Ecco, io ho dato a tuo fratello mille pezzi d'argento; questo sarà per te come un velo agli occhi davanti a tutti quelli che sono con te, e sarai riabilitata di fronte a tutti».
17 Abraamo pregò Dio e Dio guarì Abimelec, la moglie e le serve di lui, ed esse poterono partorire. 18 Infatti, il SIGNORE aveva reso sterile l'intera casa di Abimelec, a causa di Sara, moglie di Abraamo.
Nascita d'Isacco
(Ge 17:15-21; 18:9-15; Eb 11:11-12) Ge 17:9-14
21:1 Il SIGNORE visitò Sara come aveva detto; e il SIGNORE fece a Sara come aveva annunciato. 2 Sara concepì e partorì un figlio ad Abraamo, quando egli era vecchio, al tempo che Dio gli aveva fissato. 3 Abraamo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito. 4 Abraamo circoncise suo figlio Isacco all'età di otto giorni, come Dio gli aveva comandato. 5 Abraamo aveva cent'anni quando gli nacque suo figlio Isacco. 6 Sara disse: «Dio mi ha dato di che ridere; chiunque l'udrà riderà con me». 7 E aggiunse: «Chi avrebbe mai detto ad Abraamo che Sara avrebbe allattato figli? Eppure io gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia».
8 Il bambino dunque crebbe e fu divezzato. Nel giorno che Isacco fu divezzato, Abraamo fece un grande banchetto.
Agar nel deserto
(Ro 9:6-9; Ga 4:21-31)(Ge 16; 25:12-18) Sl 146:7-9
9 Sara vide che il figlio partorito ad Abraamo da Agar, l'Egiziana, rideva; 10 allora disse ad Abraamo: «Caccia via questa serva e suo figlio; perché il figlio di questa serva non dev'essere erede con mio figlio, con Isacco». 11 La cosa dispiacque moltissimo ad Abraamo a motivo di suo figlio. 12 Ma Dio disse ad Abraamo: «Non addolorarti per il ragazzo, né per la tua serva; acconsenti a tutto quello che Sara ti dirà, perché da Isacco uscirà la discendenza che porterà il tuo nome. 13 Anche del figlio di questa serva io farò una nazione, perché appartiene alla tua discendenza».
14 Abraamo si alzò la mattina di buon'ora, prese del pane e un otre d'acqua e li diede ad Agar, mettendoglieli sulle spalle con il bambino, e la mandò via. Lei se ne andò e vagava per il deserto di Beer-Sceba. 15 Quando l'acqua dell'otre finì, lei mise il bambino sotto un arboscello. 16 E andò a sedersi di fronte, a distanza di un tiro d'arco, perché diceva: «Che io non veda morire il bambino!» E seduta così di fronte, alzò la voce e pianse. 17 Dio udì la voce del ragazzo e l'angelo di Dio chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del ragazzo là dov'è. 18 Àlzati, prendi il ragazzo e tienilo per mano, perché io farò di lui una grande nazione». 19 Dio le aprì gli occhi ed ella vide un pozzo d'acqua e andò, riempì d'acqua l'otre e diede da bere al ragazzo. 20 Dio fu con il ragazzo; egli crebbe, abitò nel deserto e divenne un tiratore d'arco. 21 Egli si stabilì nel deserto di Paran e sua madre gli prese per moglie una donna del paese d'Egitto.
Abraamo a Beer-Sceba
Ge 26:1-6, 12-33
22 In quel tempo Abimelec, accompagnato da Picol, capo del suo esercito, parlò ad Abraamo, dicendo: «Dio è con te in tutto quello che fai. 23 Giurami dunque qui, nel nome di Dio, che tu non ingannerai me, né i miei figli, né i miei nipoti; ma che userai verso di me e verso il paese dove hai abitato come straniero la stessa benevolenza che io ho usata verso di te». 24 Abraamo rispose: «Lo giuro». 25 Poi Abraamo fece delle rimostranze ad Abimelec a causa di un pozzo d'acqua di cui i servi di Abimelec si erano impadroniti con la forza. 26 Abimelec disse: «Io non so chi abbia fatto questo; tu stesso non me l'hai fatto sapere e io non ne ho sentito parlare che oggi». 27 Abraamo prese pecore e buoi e li diede ad Abimelec; e i due fecero alleanza. 28 Poi Abraamo mise da parte sette agnelle del gregge. 29 E Abimelec disse ad Abraamo: «Che cosa significano queste sette agnelle che tu hai messe da parte?» 30 Abraamo rispose: «Tu accetterai dalla mia mano queste sette agnelle, perché ciò mi serva di testimonianza che io ho scavato questo pozzo». 31 Per questo egli chiamò quel luogo Beer-Sceba, perché entrambi vi avevano fatto giuramento. 32 Così fecero alleanza a Beer-Sceba. Poi Abimelec, con Picol, capo del suo esercito, si alzò e se ne tornarono nel paese dei Filistei. 33 E Abraamo piantò un tamarindo a Beer-Sceba e lì invocò il nome del SIGNORE, Dio dell'eternità. 34 Abraamo abitò molto tempo come straniero nel paese dei Filistei.
Giobbe 11
Zofar invita Giobbe ad allontanarsi dall'iniquità
Gb 32:2-3 (Gb 12; Ro 11:33-36; Sl 94:8-11)
1 Allora Zofar di Naama rispose e disse:
2 «Questa abbondanza di parole rimarrà forse senza risposta?
Basterà quindi essere loquace per aver ragione?
3 Varranno le tue ciance a far tacere la gente?
Farai dunque il beffardo, senza che nessuno ti contesti?
4 Tu dici a Dio: "Quel che sostengo è giusto,
e io sono puro in tua presenza".
5 Ma, oh se Dio volesse parlare
e aprir la bocca per risponderti
6 e rivelarti i segreti della sua saggezza,
poiché infinita è la sua intelligenza!
Vedresti allora come Dio dimentichi parte della tua colpa.
7 Puoi forse scandagliare le profondità di Dio,
arrivare a conoscere appieno l'Onnipotente?
8 Si tratta di cose più alte del cielo;
tu che faresti?
Di cose più profonde del soggiorno dei morti; come le conosceresti?
9 La loro misura è più lunga della terra,
più larga del mare.
10 Se Dio passa, se incarcera,
se chiama in giudizio, chi si opporrà?
11 Egli infatti conosce gli uomini perversi,
scopre senza sforzo l'iniquità.
12 Ma l'insensato diventerà saggio,
quando un puledro d'onagro diventerà uomo.
Gb 22:21-30; Is 55:6-7
13 Tu però, se ben disponi il cuore,
e tendi verso Dio le mani,
14 se allontani il male che è nelle tue mani,
e non alberghi l'iniquità nelle tue tende,
15 allora alzerai la fronte senza macchia,
sarai incrollabile, e non avrai paura di nulla;
16 dimenticherai i tuoi affanni;
te ne ricorderai come d'acqua passata;
17 la tua vita sorgerà più fulgida del pieno giorno,
l'oscurità sarà come la luce del mattino.
18 Sarai fiducioso perché avrai speranza;
ti guarderai bene attorno e ti coricherai sicuro.
19 Ti metterai a dormire e nessuno ti spaventerà;
e molti cercheranno il tuo favore.
20 Ma gli occhi degli empi verranno meno;
non ci sarà più rifugio per loro,
e non avranno altra speranza che esalare l'ultimo respiro».
Isaia 10:1-19
Am 5:11-12; Mi 3:1-4; Gr 5:9, 29; Gm 2:13
1 Guai a quelli che fanno decreti iniqui
e a quelli che mettono per iscritto sentenze ingiuste,
2 per negare giustizia ai deboli,
per spogliare del loro diritto i poveri del mio popolo,
per far delle vedove la loro preda
e degli orfani il loro bottino!
3 Che farete il giorno che Dio vi visiterà,
il giorno che la rovina giungerà da lontano?
Presso chi fuggirete in cerca di soccorso?
Dove lascerete la vostra gloria?
4 Non rimarrà loro che curvarsi tra i prigionieri
o cadere fra gli uccisi.
Con tutto ciò, la sua ira non si calma,
e la sua mano rimane distesa.
L'Assiria umiliata
(2R 18:9, ecc.; 19) Is 14:24-27; 37:7, 35-36; Na 1-3
5 «Guai all'Assiria, verga della mia ira!
Ha in mano il bastone della mia punizione.
6 Io la mando contro una nazione empia
e la dirigo contro il popolo che ha provocato la mia ira,
con l'ordine di darsi al saccheggio, di far bottino,
di calpestarlo come il fango delle strade.
7 Ma essa non la intende così;
non così la pensa in cuor suo;
essa ha in cuore di distruggere,
di sterminare nazioni in gran numero.
8 Infatti dice:
"I miei prìncipi non sono forse tanti re?
9 Forse Calno non è come Carchemis?
O Camat come Arpad?
O Samaria come Damasco?
10 Come la mia mano è giunta a colpire i regni degli idoli
dove le immagini erano più numerose che a Gerusalemme e a Samaria,
11 non posso io forse, come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli,
fare anche a Gerusalemme e alle sue statue?"»
12 Ma quando il Signore avrà compiuto tutta la sua opera
sul monte Sion e a Gerusalemme,
«io», dice il SIGNORE, «punirò il re d'Assiria per il frutto della superbia del suo cuore
e dell'arroganza dei suoi sguardi alteri.
13 Infatti egli dice: "Io l'ho fatto grazie alla forza della mia mano
e alla mia saggezza, perché sono intelligente;
ho rimosso i confini dei popoli, ho saccheggiato i loro tesori;
e, potente come sono, ho detronizzato dei re.
14 La mia mano ha trovato, come un nido, le ricchezze dei popoli;
e come uno raccoglie delle uova abbandonate,
così io ho raccolto tutta la terra;
e nessuno ha mosso l'ala
o aperto il becco o mandato un grido"».
15 La scure si vanta forse contro colui che la maneggia?
La sega si inorgoglisce forse contro colui che la muove?
Come se la verga facesse muovere colui che l'alza,
come se il bastone alzasse colui che non è di legno!
16 Perciò il Signore, Dio degli eserciti, manderà
la consunzione tra i suoi più robusti;
e sotto la sua gloria accenderà un fuoco,
come il fuoco di un incendio.
17 La luce d'Israele diventerà un fuoco,
e il suo Santo una fiamma,
che arderà e divorerà i suoi rovi e i suoi pruni
in un solo giorno.
18 La gloria della sua foresta e della sua fertile campagna
egli la consumerà, anima e corpo;
sarà come il deperimento di un uomo che langue.
19 Il resto degli alberi della sua foresta sarà così minimo
che un bambino potrebbe farne il conto.
Matteo 10:1-15
La missione dei dodici apostoli
=(Mr 3:13-19; 6:7-11; Lu 6:12-16; 9:1-5) Lu 10:1-12; At 1:13
1 Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire qualunque malattia e qualunque infermità.
2 I nomi dei dodici apostoli sono questi:
il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; 3 Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d'Alfeo e Taddeo; 4 Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, quello stesso che poi lo tradì.
5 Questi sono i dodici che Gesù mandò, dando loro queste istruzioni:
«Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei Samaritani, 6 ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d'Israele. 7 Andando, predicate e dite: "Il regno dei cieli è vicino". 8 Guarite gli ammalati, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9 Non provvedetevi d'oro, né d'argento, né di rame nelle vostre cinture, 10 né di sacca da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l'operaio è degno del suo nutrimento.
11 In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete. 12 Quando entrerete nella casa, salutate. 13 Se quella casa ne è degna, venga la vostra pace su di essa; se invece non ne è degna, la vostra pace torni a voi. 14 Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scotete la polvere dai vostri piedi. 15 In verità vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città.